Comunicato sulla tragedia di Rebibbia

Ci ha tolto la parola la tragedia di Rebibbia, troppo grande doveva essere la disperazione di una madre, troppo lontana dalla nostra realtà quotidiana un evento che sembra impossibile. Lasciamo agli organi preposti la valutazione  delle responsabilità dell’accaduto, ma in questo momento ci tornano le  parole di chi con la realtà del carcere si è confrontata a lungo per appassionata e lucida scelta politica.

 

"..il carico di dolore emerso (tra le detenute) era inimmaginabile...il senso di abbandono, la rottura violenta degli affetti rispetto ai figli era ciò che determinava in loro questa sofferenza e per quella sofferenza non riesco a trovare le parole giuste..”

 

Così diceva Leda Colombini, quando nel 1976, da Assessore agli enti locali e ai servizi sociali della Regione Lazio, visitò tutte le prigioni del Lazio, incontrando i detenuti e gli operatori, promuovendo poi, da parlamentare, la prima indagine sulla detenzione femminile in Italia e poi un’altra sui bambini in carcere.

Dal 1994 opera a Roma l’Associazione A Roma insieme fondata da Leda Colombini che si occupa dei piccoli detenuti portandoli fuori in luoghi aperti per trascorrere una giornata con altri bambini.

 

L’attività di Leda nelle carceri è solo l’ultima parte di un impegno politico straordinario per la giustizia sociale, sempre dalla parte dei più deboli nella società, dai braccianti, alle mondine, dai Gruppi di difesa della donna all’UDI dove ha continuato a lottare per l’emancipazione e la liberazione delle donne.

Diceva che mai avrebbe lasciato il lavoro nelle carceri. Era vero: il suo grande cuore si è fermato un giorno del 2011 tornando da una riunione a Rebibbia, dove si sono svolti anche i funerali.Ma il suo messaggio è ancora tra noi:

 

“..se fossero concessi gli arresti domiciliari alle donne con reati per i quali l‘ordinamento preveda misure alternative al carcere, il 97% delle donne non sarebbe in carcere e con loro neanche i bambini”​.

 

È il suo suggerimento per una riforma lo riproponiamo a chi ha la responsabilità di operare nel diritto.

 

 

 

 

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